Onde é que já ouvimos isto?


Settanta minuti filati e senza interruzioni di conferenza stampa, per difendersi, ma anche per attaccare. Luciano Moggi sceglie un albergo di Siena per ringhiare contro i suoi censori, cercando di smontare tutti i capi d’accusa che lo hanno condannato. Parte con la ricostruzione di quello che lui stesso chiama "un processo sommario".
"Designazioni, griglie degli arbitri, schede telefoniche: ci vogliono le prove per accusare le persone e qui le prove non ci sono, ci sono solo ipotesi. Non è stato fatto niente di illecito". Moggi parla a raffica, quasi senza fiato, e respinge tutte le accuse, anche quelle su De Santis. "Non era un arbitro amico della Juventus, è stato detto che era parte di un sistema. Ma nessuno ha detto, ad esempio, che prima di Milan-Juventus del 2005, arbitrò Fiorentina-Milan, i rossoneri vinsero e non ebbero problemi di squalificati, mentre noi giocammo a San Siro senza Ibraimovich".
"Il mio compito – ha proseguito Big Luciano - era solo quello di proteggere la Juventus e c’era più di un avversario, a cominciare dal signor Franco Carraro". L’ex presidente federale è uno dei grandi accusati da Moggi. "E’ lui il primo a tirare le fila di un sistema che è marcio. Ha chiesto la conciliazione, spero che gli diano un premio". Sulle schede internazionali Moggi parla della necessità di volersi tutelare. "E' giusto che una persona tuteli il proprio lavoro e quello che ha detto poi Mancini mi fa pensare, evidentemente sapeva tutto quando ha detto che io avrei risposto in opportuna sede. Poi ho letto che anche Facchetti diceva ai suoi giocatori di stare tranquilli, che dopo un anno sarebbero successe cose incredibili. Sono cose che mi hanno fatto riflettere”. Sulle griglie degli arbitri, Moggi afferma che "c’è un sorteggio, io ho parlato di arbitri migliori perché più capaci. Non capisco come Palazzi possa pensare che la Juventus giocava due campionati, uno sul campo e uno con i dirigenti. Qui c’è una grande differenza fra la realtà e una forzata interpretazione. Moggi faceva gli interessi della Juventus: le società di calcio sono diventate delle aziende e devono essere gestite da persone capaci. Vorrei ricordare che la Juve nell’ultimo anno ha vinto legittimamente lo scudetto di serie A, della primavera, delle beretti e degli allievi. Di più non potevamo fare".